Votare per immagini.
di Gian Luca Fruci
La storia dell’iconografia elettorale europea ha inizio nella Gran Bretagna del XVIII secolo con un paradigmatico addensamento sul «popolo elettore» che ne fissa i caratteri originali, dando luogo al contempo a uno specifico e duraturo genere sulla teatralità del voto inglese. In Francia e, con alcune eccezioni, sull’intero continente, invece, i codici allegorici e satirici detengono a lungo un’egemonia che, durante e dopo il periodo rivoluzionario e napoleonico, delimita l’uniformazione dei linguaggi al tema della corruzione elettorale e alle connesse aspettative di riforma. A partire dal 1848, la grande trasformazione mediatica, che precede e accompagna il ritorno della rivoluzione, eleva la progressiva sperimentazione del suffragio universale maschile a soggetto iconografico privilegiato, favorendo un percorso di condivisione degli sguardi che nella seconda metà del XIX secolo delinea il profilo di una cultura visuale europea del voto, centrata sulla consacrazione dell’atto elettorale individuale.