«Simpatie e affinità misteriose».
di Costanza Bertolotti
Il saggio riconsidera l’interesse dei futuristi per l’occultismo alla luce delle esperienze sociali condivise da cui scaturì la loro ricerca formale, nonché le concezioni sociali e politiche a essa sottese. L’esperienza della folla, che Boccioni, Carrà, Russolo e Severini rappresentarono in alcune celebri tele, permette una comprensione più puntuale della poetica futurista che ha nella fascinazione per la vita delle moderne metropoli uno dei principali nuclei ispiratori, illuminando un volto del movimento irriducibile alla vulgata del futurismo come avanguardia inneggiante al dinamismo e alla velocità. Infine, l’attrazione dei futuristi per i fenomeni medianici non può essere considerata come una reazione alla bancarotta della scienza: accanto a suggestioni idealistiche e a spinte irrazionaliste, forti sono i legami che ancorano il futurismo d’anteguerra al positivismo tardottocentesco.