La violenza nelle sperimentazioni visuali del
di Erica Grossi
Nel corso del lungo Ottocento, i processi di nation ed empire building vedono il radicalizzarsi di pratiche e retoriche della violenza fondate sull’identità di sangue e sull’onore di una patria in armi che all’alba della Grande Guerra intercettano il boom della stampa illustrata, borghese e popolare. Una generalizzata democratizzazione dei media e i cambiamenti percettivi dovuti alla fotografia sono gli strumenti privilegiati di creazione e “assoggettamento” di nuove masse identitarie, in un corto circuito tra etica ed estetica dalle dimensioni e implicazioni inedite. Il saggio prende in esame un periodico francese, «Le Petit Journal Illustré», come sintomatico delle implicazioni di queste strategie discorsive e visuali. Nell’ossessione fotografica per le catastrofi, nel riconoscimento visivo di “razze”, popoli e culture, nella serialità delle immagini dai fronti di guerra si ritrova infatti un’iconografia della violenza le cui radici si estendono al Novecento dei totalitarismi.